Il nostro nome e il nostro logo

Il nostro nome è una parola composta dalle parole “comune” e “mente” che rimanda sia all’importanza che attribuiamo all’équipe come luogo in cui mettere in comune idee e progetti sia al fatto che la “mente” , facoltà così inafferrabile da suscitare da secoli dibattiti che coinvolgono tutte le discipline scientifiche ed umanistiche, è elemento comune a tutti gli esseri umani e, nelle sue mille sfaccettature, merita ascolto e rispetto.

Il nostro logo è un occhio che rimanda allo sguardo, all’espressione emotiva, all’incontro e alla comunicazione ma anche all’idea di “guardarsi dentro” come primo passaggio di ogni esperienza di riflessione e di cambiamento, psicologica e non.

Abbiamo iniziato a cercare “l’occhio più adatto al nostro scopo” e il nostro obiettivo era una bella foto di uno sguardo espressivo… quando ci siamo imbattute nell’immagine dell’Occhio di Horus e, incuriosite, abbiamo iniziato a leggere scoprendo alcune informazioni che ci hanno subito convinte di aver trovato il logo per la nostra équipe.

L’Occhio di Horus, associato nella tradizione egizia all’Occhio di Ra, aveva la funzione di amuleto protettore e veniva rappresentato su rilievi, incisioni e papiri come simbolo di rigenerazione, buona salute, prosperità… e addirittura potere regale!

Il lavoro di Associazione ComuneMente nasceva dalla volontà di integrare diverse professionalità con la psicologia ed abbiamo scoperto che gli Egizi furono gli inventori delle frazioni: per esprimere l’unità di misura della capacità utilizzavano proprio l’Occhio di Ra, le cui parti costituenti rappresentano le frazioni aventi il numero 64 come denominatore comune.

Wikimedia Commons: Benoît Stella alias BenduKiwi

Ciascuna parte aveva un valore di frazione dell’intero, così come di rappresentazione dei sensi umani:

  • la parte verso il naso rappresentava la frazione 12 e l’olfatto (il naso);
  • la pupilla rappresentava la frazione 14 e la vista (la luce);
  • il sopracciglio rappresentava la frazione 18 e il pensiero (la mente);
  • la parte verso l’orecchio rappresentava la frazione 116 e l’udito (l’orecchio);
  • la coda curva rappresentava la frazione 132 e il gusto (il germoglio del frumento);
  • il piede rappresentava la frazione 164 e il tatto (il piede che tocca terra).

Questo elenco ci è subito sembrato raccogliere tutte le professionalità presenti nella nostra équipe, la propensione al mettere in comune le esperienze, la decisione di integrare all’interno dei nostri progetti gli aspetti psicologici con quelli sensoriali ed artistici, la consapevolezza che mente e corpo sono un tutt’uno armonico alla continua ricerca di un equilibrio evolutivo.

Ci è anche piaciuto il fatto che sommando le varie parti delle suddette frazioni si ottiene un totale di 6364: gli antichi Egizi ritenevano che il restante 164 fosse stato aggiunto dal dio Thot sotto forma di poteri magici… e ciò ci ha aperto la suggestione

La scelta ultima è caduta sull’occhio sinistro, occhio ferito e cieco a causa del leggendario scontro tra Horus e Seth. Abbiamo infatti pensato che una delle funzioni della psicologia è proprio quella di ampliare e approfondire la visione del mondo, interno ed esterno, vissuto e reale, con la consapevolezza che non si possa mai arrivare alla condivisione totale ed assoluta del punto di vista dell’Altro e che, proprio avere questa consapevolezza, ci aiuta a riconoscerlo come Altro da me e Altro uguale a me.

Consce di avere una conoscenza superficiale della cultura e della tradizione religiosa dell’Antico Egizio, la lettura di quanto vi abbiamo riportato ha suscitato in noi immagini e riflessioni che ci hanno convinto di essere di fronte alla scelta giusta!